Tutto ciò che ci accade è il risultato delle nostre precedenti azioni. Le azioni non virtuose creano infelicità e le azioni virtuose creano felicità.
Un modo per aumentare la nostra capacità di sperimentare felicità, per raccogliere effetti positivi, e per purificare gli ostacoli nella nostra vita è anche quello di pregare le diverse manifestazioni degli esseri illuminati. Per questo si può fare richiesta al Sangha di preghiere e puje, per il nostro beneficio o per il beneficio delle persone che ci sono care.
Pregando o meditando con una sincera motivazione altruistica, le circostanze sfavorevoli che portano problemi possono essere mitigate o rimosse. Più i praticanti sono spiritualmente avanzati e puri e maggiormente sono efficaci le preghiere. Particolarmente importante in questo processo è anche la motivazione della persona che richiede le preghiere, motivazione che dev’essere altrettanto sincera e virtuosa.
Si può dedicare una puja a sé stessi, ai propri cari e amici, per il successo del proprio lavoro o attività, per una buona salute, o per aiutare una persona che è malata, ma anche per gli animali e per l’ambiente.
Le puje sono fatte anche per i morenti, al fine di contribuire a pacificare la loro mente durante la fase di transizione, così come per i defunti, per benedire e guidare la loro mente a uno stato superiore di rinascita e di liberazione.
Il soggetto a cui dedicare, persona o animale, insieme con il proposito, sarà letto di fronte alla comunità durante la cerimonia, in modo che i membri della comunità stessa possano dedicare le loro preghiere.
Nel caso in cui la richiesta sia fatta per una persona o un animale deceduto, il nome rimarrà nella lista delle dediche per 49 giorni (nella tradizione tibetana è insegnato che la rinascita successiva avverrà nel corso di questo periodo).
(testo tratto da www.monasterobuddhista.com)